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PROCEDIMENTI AMMINISTRATIVI

Anche chi non è un grande esperto di legislazione e di sistemi sociali sa che ogni Stato prevede un proprio sistema di tutele sociali, che possono differire anche di molto tra un Paese e l’altro. L’Italia appartiene alla categoria del “welfare State”, in cui cioè lo l’apparato state tende a dare maggiori tutele per i propri cittadini sia a livello nazionale che locale, al verificarsi di alcune condizioni o situazioni. Cerchiamo di capire meglio in quali ambiti si esplica questo tipo di protezione sociale.

Il sistema sociale in Italia

L’assistenza sanitaria

“La Repubblica tutela la salute come diritto fondamentale dell’individuo” recita l’art 32 della nostra Costituzione. Proprio in base a tale principio, lo Stato italiano ha implementato un sistema finalizzato a erogare prestazioni sanitarie valido per tutti i cittadini, in base a un principio di uguaglianza. In altre parole, tutti hanno diritto all’assistenza sanitaria, senza la necessità di disporre di un’assicurazione sanitaria privata, come avviene ad esempio negli Stati Uniti.

Occorre però anche distinguere tra diverse situazioni:

  • • Il cittadino italiano ha sempre diritto alle prestazioni sanitarie, sia in situazioni di emergenza che per la tutela della salute in generale. A tal fine è necessaria l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale, che provvederà poi al rilascio della tessera sanitaria. Le varie prestazioni dei servizi pubblici sono soggette al pagamento di un ticket, che in casi di reddito inferiore a un determinato limite, può essere del tutto omesso;
  • • Il cittadino europeo ha diritto alle prestazioni sanitarie se rientra entro determinate categorie meritevoli di tutela, altrimenti può accedere solo alle cure di emergenza;
  • • Il cittadino straniero (né italiano né europeo) ha diritto alle sole cure di emergenza, tranne nel caso in cui si trovi in Italia con regolare permesso di soggiorno e a seguito di iscrizione al SSN.

La tutela del lavoro

“L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro”: questo è l’articolo che apre la Costituzione italiana e che fa intuire l’esistenza di un apparato che mira a tutelare il lavoratore, sia dipendente che autonomo, e anche il lavoratore che si trovi disoccupato.

Più nello specifico, lo Stato italiano:

  • • Promuove la formazione e l’inserimento dei cittadini nel mercato del lavoro, ad esempio finanziando corsi di formazione e predisponendo appositi centri l’impiego, finalizzati a migliorare l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro;
  • • Garantendo una tutela in caso di malattia, invalidità o anzianità. In queste situazioni il lavoratore ha diritto alla cd pensione sociale, a condizione che abbia lavorato per almeno 20 anni, in caso di pensione di anzianità (gli Istituti che si occupano nello specifico di tali prestazioni sono l’INPS e l’INAIL);
  • • In caso di disoccupazione, il lavoratore ha diritto alla cd “indennità di disoccupazione” (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego nota anche come NASpl), la cui entità varia a seconda del suo storico contributivo. In ogni caso, non può durare oltre i 24 mesi.

Le prestazioni a sostegno del reddito

In ossequio al principio generale di tutela della dignità della persona, in Italia vengono predisposte delle misure di sostegno al reddito per quelle persone che non dispongono dei mezzi necessari per vivere. Il nostro Pease è secondo in Europa per livello di povertà dopo la Grecia, e diverse sono le misure di aiuto e sostegno. Tra queste, oltre all’indennità di disoccupazione, troviamo:

  • • Il reddito di inclusione
  • • Gli assegni familiari
  • • L’assegno sociale
  • • La carta acquisti

Il reddito di inclusione è stata l’ultima misura varata dal governo e quella che forse ha provocato un dibattito più acceso. Le condizioni per potervi accedere sono diverse, oltre ovviamente a quella del reddito che non può superare il valore ISEE di 6000 euro l’anno.

La tutela del diritto all’abitazione e allo studio

Altri due punti fondamentali che consentono il pieno sviluppo della persona sono il diritto all’abitazione e il diritto allo studio. Nel primo caso, parliamo di edilizia residenziale pubblica, o “case popolari”, come vengono chiamate nel gergo comune. Le case popolari vengono date dallo Stato a un canone di locazione di molto inferiore rispetto al livello di mercato quando il richiedente rispetta determinati requisiti. In alcuni casi è possibile anche l’acquisto dell’immobile.

Il diritto allo studio è espressamente previsto in Costituzione all’art 34. Conseguenza immediata e diretta è che la scuola dell’obbligo, per almeno i primi 8 anni di istruzione, è prevista gratuitamente, mentre la formazione universitaria è gratuita se lo studente appartiene a una fascia ISEE bassa. Tuttavia, le tasse universitarie, anche se pagate pienamente, sono inferiori ai costi che vigono nei sistemi che adottano regimi diversi dal welfare State.