Comune Italia > Espatriati > Il permesso di soggiorno per l’Italia: la guida completa

PROCEDIMENTI AMMINISTRATIVI

L’Italia è un Paese che attrae sempre più persone dall’estero, il più delle volte per le possibilità lavorative e di studio che offre, oltre all’ipotesi di voler effettuare il ricongiungimento familiare con chi, cittadino straniero, risiede già in Italia.

Ai fini quindi della regolamentazione del fenomeno migratorio è stato emanato il Testo Unico sull’Immigrazione (o TUI) che disciplina condizioni, modalità e requisiti per ottenere il permesso di soggiorno in Italia.

Iniziamo quindi a esaminare l’ambito soggettivo, ovvero chi deve richiedere il permesso. La distinzione fondamentale avviene in base al Paese di provenienza, ovvero se questo appartenga o meno all’Unione europea:

  • I cittadini dei Paesi membri dell’UE non devono richiedere alcun permesso per entrare e rimanere sul territorio italiano. È richiesto loro, trascorsi 3 mesi dal loro arrivo in Italia, di registrarsi presso l’Ufficio anagrafe, potendo quindi richiedere anche un certificato di residenza;
  • • I cittadini di Paesi non membri dell’UE invece devono richiedere il visto nazionale se intendono rimanere in Italia per un periodo superiore a 90 giorni.
Il permesso di soggiorno in Italia - La guida per ottenerlo

Dove richiedere il permesso e per quali motivi

Il permesso di soggiorno può essere richiesto presso:

  • • L’Ufficio Immigrazione della Questura della provincia in cui il richiedente vuole soggiornare. Puoi trovare la questura vicino al tuo indirizzo di residenza cercando in questo sito.
  • • Gli Uffici postali abilitati a ricevere la richiesta, in base a un accordo con il Ministero dell’Interno.

I motivi per cui è possibile fare richiesta del permesso sono diversi. Tra questi troviamo senz’altro:

  • • Motivi di lavoro, sia autonomo che subordinato
  • • Attesa di occupazione
  • • Tirocinio di formazione professionale
  • • Studio/Ricerca scientifica
  • • Adozione e affidamento
  • • Asilo politico e motivi religiosi
  • • Residenza elettiva
  • • Turismo
  • • Famiglia
  • • Cure mediche
  • • Motivi di giustizia
  • • Residenza elettiva

Eventuali altre ipotesi diverse ma collegate a quelle appena viste andranno valutate di volta con l’assistenza del personale esperto della Questura.

Modalità di presentazione della domanda e svolgimento della procedura

Ai fini di un esito positivo della procedura di richiesta del permesso di soggiorno, è fondamentale presentare la domanda completa con tutta la documentazione necessaria.

Più nello specifico, oltre all’apposito modulo da compilare vanno presentati:

  • Il proprio passaporto, o qualunque altro documento di viaggio considerato valido per entrare in Italia;
  • • Il visto di ingresso, laddove previsto per legge;
  • • Una fotocopia del passaporto;
  • 4 foto tessere, scattate tenendo conto dei requisiti necessari per la loro validità;
  • Una marca da bollo da 16 euro, acquistabile anche nelle tabaccherie;
  • • La prova del versamento di un contributo, il cui costo può variare dai 40 ai 100 euro (vedremo più avanti in che modo stabilire il versamento in modo preciso);
  • • Tutta la documentazione necessaria a dimostrare la veridicità del motivo per cui si richiede il permesso.

In relazione all’ultimo punto, la Questura può richiedere ulteriori informazioni (in alcuni casi anche aprendo un’inchiesta), che diano una dimostrazione più esaustiva del motivo del soggiorno.

Costi e tempi di validità del permesso

Come accennato prima, il permesso di soggiorno è soggetto al versamento di un contributo, variabile in base alla durata del soggiorno richiesto.

Quindi avremo:

  • Un contributo di 40 euro per i permessi che vanno da un minimo di 3 mesi a un massimo di 1 anno;
  • • Un contributo di 50 euro per i permessi che prevedono un soggiorno da 1 a 2 anni;
  • • Un contributo di 100 euro per i permessi di soggiorno validi per l’Unione europea e destinati all’attività lavorativa (in particolare, dirigenti e lavoratori specializzati).

Le regole circa i motivi del soggiorno ci suggeriscono anche quale possa essere la durata di validità:

  • Non inferiore al percorso di studi o formativo per il quale il permesso stesso viene rilasciato;
  • Non superiore a due anni, per motivi di lavoro subordinato a tempo indeterminato o autonomo;
  • Non superiore a 9 mesi per i lavori stagionali;
  • Non superiore al tempo di permanenza necessario, in base al motivo del soggiorno

Almeno 60 giorni prima della scadenza del permesso, l’interessato dovrà poi chiedere un rinnovo del documento, laddove abbia ancora intenzione di rimanere in Italia. Il rinnovo verrà quindi accordato laddove sussistano ancora i motivi che hanno determinato il rilascio.

Procedure amministrative in altri paesi: