Comune Italia > Espatriati > Il visto in Italia per svolgere un’attività lavorativa autonoma

PROCEDIMENTI AMMINISTRATIVI

Tra le motivazioni che consentono a un cittadino straniero di richiedere il visto per soggiornare in Italia per un periodo breve o lungo c’è quello dello svolgimento di un’attività lavorativa autonoma. La definizione di lavoro autonomo a tal fine è molto simile a quella del nostro codice civile: il lavoratore autonomo è colui che svolge un’opera o un servizio senza vincolo di subordinazione e con un potere limitato di ingerenza da parte del committente.

Vediamo quindi qual è la procedura che un lavoratore autonomo straniero deve seguire per ottenere il visto in Italia e quanto tempo occorre.

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Chi può richiedere il visto per lavoro autonomo

In base alle normative attuali, per poter richiedere il visto e svolgere la propria attività in Italia occorre rientrare all’interno delle quote previste dal Decreto Flussi, un provvedimento che stabilisce il numero di lavoratori autonomi a cui è consentito operare in Italia. Quando la quota è satura, è molto difficile poter ottenere il visto.

Oltre all’aspetto quantitativo, occorre poi superare l’esame dal punto di vista del tipo di attività. In questo caso le figure professionali vengono ricondotte a 5 tipologie principali:

  • L’imprenditore che svolge un'attività di interesse per l’economia dell’Italia, che è in grado di produrre un reddito non inferiore a 500.000€ e che crei almeno tre posti di lavoro;
  • Il libero professionista che svolga attività vigilate o professioni non regolamentate, ma ovviamente consentite;
  • Società non cooperative;
  • Artisti e sportivi di fama internazionale, che abbiano un contratto di ingaggio con società pubbliche o private;
  • Cittadini stranieri che intendono avviare in Italia una start up.

La procedura per richiedere il visto

Nell’ambito delle quote disponibili, la procedura per richiedere il visto è suddivisa in 3 fasi diverse.

La prima fase prevede la richiesta inviata online alla Questura territorialmente competente, affinché questa rilasci il nulla osta provvisorio per l’ingresso in Italia. Ai fini dell'accettazione della domanda, occorre allegare:

  • • Copia della domanda inviata per il rilascio della dichiarazione che abilita o autorizza il richiedente;
  • • La documentazione inviata per il rilascio dell’autorizzazione di cui sopra;
  • • L'autorizzazione rilasciata dall'organo competente, che non risalga a prima di 3 mesi;
  • • L’attestazione dell’autorità competente (la Camera di commercio ad esempio) che attesti il rispetto dei parametri finanziari.

Se non ci sono particolari problematiche e la documentazione è inviata correttamente, la Questura rilascia il nulla osta provvisorio entro 20 giorni dalla richiesta.

La seconda fase riguarda l'ottenimento del visto di ingresso, che verrà richiesto dopo il rilascio del nulla osta. In questo caso i documenti necessari da inviare sono:

  • • Il nulla osta e la dichiarazione preventiva di cui sopra;
  • • La dimostrazione di avere un alloggio idoneo;
  • • La prova di disporre di un reddito sufficiente al proprio sostentamento e che deve essere superiore a 8.400 €.

L’ultimo step è relativo alla richiesta del permesso di soggiorno, da inoltrare alla Questura del luogo competente entro 8 giorni dall’ingresso in Italia. In questo caso, la documentazione che va presentata è un po’ più impegnativa rispetto ai due passaggi sopra previsti e include:

  • 4 foto in formato fototessera;
  • • Il passaporto originale e 2 fotocopie per ogni pagina con dati o timbri;
  • • La documentazione relativa all'alloggio, che includa il contratto di affitto o il rogito notarile in caso di acquisto o, ancora, la dichiarazione di ospitalità. In quest’ultimo caso va anche aggiunto il documento d’identità del proprietario del’immobile;
  • • L’originale, accompagnato da 2 fotocopie, della Partita Iva o del Certificato di iscrizione alla Camera di commercio;
  • • Se è prevista l’iscrizione ad un Albo professionale, l’atto originale più 2 fotocopie.

Per quanto riguarda il pagamento di contributi, bisogna aggiungere:

  • • Un marca da bollo (o contrassegno telematico) da 16,00 €;
  • • 30,00 € per la raccomandata.

Se però si richiede un permesso di soggiorno di lungo periodo (superiore cioè a 9 giorni) bisogna aggiungere:

  • • Il pagamento del bollettino per il rilascio del permesso elettronico per un importo o di 27,50 €;
  • • Il contributo per il rilascio del permesso di soggiorno.

Il costo totale è quindi variabile in base al tipo di attività posta in essere e varia dagli 80 ai 200 €.

I passi successivi all'inoltro della domanda

Una volta che la procedura finora descritta è stata espletata correttamente, il richiedente otterrà l’esito della procedura entro 120 giorni dall’inoltro della domanda.

Se l'esito è negativo, ricordiamo che il richiedente non ha diritto a richiedere la restituzione di quanto versato a titolo di contributo per la procedura.

In caso di esito positivo, il permesso di soggiorno verrà rilasciato sotto forma di sticker sul passaporto dell'interessato. Inoltre verrà consegnata al lavoratore autonomo un comunicazione scritta che elenca tutti i diritti e doveri collegati allo status di cittadino straniero con permesso di soggiorno.

La validità del permesso di soggiorno per il lavoratore autonomo è di 2 anni. Durante tale periodo, il lavoratore può svolgere un’attività di lavoro subordinato anche senza la necessità di procedere a conversione o rettifica del visto. L'eventuale rinnovo del permesso dovrà poi essere richiesto 60 giorni prima della scadenza del visto in corso.

Sempre per il periodo di validità del permesso, al richiedente sono concessi i diritti collegato allo stato di lavoratore regolare che comprendono, tra gli altri, l'iscrizione al Servizio Sanitario nazionale e la richiesta di ricongiungimento familiare.