Comune Italia > Lavoro > Diventare lavoratore autonomo: lavorare da soli in Italia

PROCEDIMENTI AMMINISTRATIVI

I contratti di lavoro da dipendente non sono l’unica possibilità che permette di avere uno stipendio in Italia. Chi vuole lavorare autonomamente, ovvero senza essere subordinato ad alcun datore di lavoro, può farlo seguendo alcune condizioni.

Se il tuo desiderio è quello di essere un freelance o aprire una ditta individuale, in questo articolo scoprirai come diventare lavoratore autonomo e quali sono le cose di cui devi tenere conto prima di prendere questa decisione.

Aprendo la partita IVA si può diventare lavoratori autonomi e lavorare senza alcuna condizione di subordinazione.

Chi è un lavoratore autonomo?

Secondo l’articolo 2222 del codice civile il lavoratore autonomo è colui che, dietro compenso, svolge un determinato lavoro o offre un determinato tipo di servizio senza alcun tipo di subordinazione.

Se il rapporto di lavoro subordinato si basa pertanto sulla concessione, sempre dietro compenso, del proprio tempo e della propria energia a un datore di lavoro che organizza le mansioni e i compiti da svolgere, il lavoro autonomo prevede che sia il lavoratore stesso a organizzare il proprio tempo e le proprie mansioni con l’obiettivo di garantire al proprio cliente i risultati attesi.

Generalmente, sebbene nel linguaggio comune, si tende a equiparare la condizione di lavoratore autonomo a quella del freelance, tra queste due tipologie di lavoro esistono delle differenze.

Analogie e differenze tra lavoratore autonomo e libero professionista

Ciò che accomuna il lavoro del libero professionista a quello del lavorate autonomo sono le condizioni lavorative: entrambi hanno l’obbligo di possedere una partita iva e hanno la totale libertà nella gestione del lavoro e nella scelta degli incarichi su cui lavorare.

Tuttavia, tra i freelance e i lavoratori autonomi esiste una differenza concettuale che riguarda la tipologia di lavoro svolto:

  • i freelance svolgono attività di tipo intellettuale, e in alcuni casi deve necessariamente iscriversi a un ordine di categoria. Sono considerati freelance gli psicologi, i commercialisti, i giornalisti, gli avvocati ecc…
  • i lavoratori autonomi svolgono, invece, un lavoro manuale. Sono considerati lavoratori autonomi gli elettricisti, gli idraulici, i parrucchieri, i meccanici ecc…

Attenzione, è necessario chiarire che sia i frelance che i lavoratori autonomi non possono vendere dei beni ma soltanto dei servizi: questa prerogativa è infatti concessa alle ditte individuali che hanno l’obbligo di registrarsi alla camera di commercio.

Pro e contro del lavoro autonomo

I vantaggi del lavoro autonomo rispetto al lavoro da dipendente, sono tantissimi; i lavoratori autonomi o i liberi professionisti, infatti:

  • • non devono rispettare un orario lavorativo;
  • • possono lavorare dove desiderano;
  • • hanno la possibilità di scegliere con chi lavorare;
  • • possono scegliere la retribuzione.

Tuttavia, il lavoro autonomo presenta anche diversi svantaggi.

I freelance, infatti non hanno uno stipendio fisso, devono occuparsi in maniera autonoma delle questioni fiscali (a meno che non decidano di affidarsi a un commercialista), devono provvedere loro stessi al pagamento dei contributi per la pensione, non hanno ferie, giorni di riposo o di malattie pagati.

I lavoratori autonomi, inoltre, pur avendo accesso liberamente a tutti i servizi della sanità pubblica, possono usufruire solo in maniera limitata di alcuni benefici statali come per esempio il congedo di maternità.

Posso lavorare e avere la partita iva?

I dipendenti di una azienda privata possono tranquillamente avviare la propria attività da lavoratori autonomi a patto che rispettino il patto di non concorrenza, ovvero che si impegnino a non effettuare alcuna prestazione lavorativa che possa essere considerata concorrenziale per il proprio datore di lavoro.

Per i lavoratori pubblici, invece, la situazione è diversa: i dipendenti della pubblica amministrazione non possono svolgere alcun altro tipo di lavoro.

Cosa fare per registrarsi come lavoratore autonomo

Per diventare lavoratore autonomo, nella maggior parte dei casi è necessario aprire partita iva. Per registrare la propria attività e ottenere il certificato di attribuzione della Partita IVA è necessario rivolgersi personalmente all’agenzia delle entrate, oppure affidarsi a un commercialista tradizionale o a un commercialista online.

Chi desidera procedere autonomamente, per aprire la partita iva deve inviare il Modello AA9/7, addebitamene compilato all’agenzia delle entrate presentandosi personalmente alla sede più vicina o inviando una PEC.

L’apertura della partita IVA avviene nel giro di qualche giorno al massimo; una volta terminato il processo il richiedente otterrà il certificato di attribuzione della Partita IVA, il documento che attesta l’inizio della propria attività lavorativa.

Una volta ottenuto il documento, il lavoratore autonomo in possesso della propria partita iva dovrà registrarsi presso un ente previdenziale per il versamento dei contributi previdenziali.

È sempre obbligatorio avere la partita iva?

Chi desidera svolgere un lavoro autonomo in maniera occasionale e non continuativa non ha l’obbligo di aprire partita iva: queste categorie di lavoratori vengono definiti lavoratori occasionali.

I lavoratori occasionali non avendo partita iva non dovranno emettere una fattura ma sono obbligati a presentare una ricevuta di pagamento con ritenuta di acconto.

A cosa pensare prima di aprire partita iva

Prima di aprire partita iva bisogna è necessario scegliere il codice ATECO e definire il regime fiscale da adottare.

La scelta del codice ATECO è fondamentale in quanto il codice determina l’attività che si andrà a svolgere e la redditività della propria professione, ovvero la percentuale di reddito su cui verranno calcolate le tasse da pagare.

Ogni professione ha un codice ATECO specifico: per capire qual è quello che adatto a definire la tua attività ti consigliamo di fare una ricerca sul sito dell’ ISTAT.

Per quanto riguarda il regime fiscale, ogni libero professionista può scegliere tra tre diversi regimi fiscali:

  • • regime forfettario;
  • • regime ordinario;
  • • regime semplificato.

Scegliere qual è il regime fiscale più adatto per la propria attività è fondamentale in quanto ogni regime ha tassazioni, benefici e obblighi differenti.

Diventare freelance in Italia e lavorare senza contratti di subordinazione

In Italia, è possibile diventare lavoratore autonomo o freelance e aprire la propria attività aprendo la partita IVA. I lavoratori autonomi hanno il privilegio di avere orari flessibili e di decidere in totale autonomia per quali clienti lavorare, tuttavia non hanno diritto né a uno stipendio fisso, né ai giorni di malattia, né alle ferie pagate.